Quanto può durare un pavimento in resina?
Durata e resistenza dei pavimenti in resina
Una delle prime domande che si pone chiunque voglia optare per un pavimento in resina è sapere quanto questo possa durare nel tempo. Essendo, infatti, un materiale che si sta imponendo soprattutto negli ultimi anni, non tutti ne conoscono perfettamente le proprietà. Innanzitutto specifichiamo che non c’è una risposta unica, perché esistono diversi tipi di pavimentazioni in resina e ognuna si presta ad un utilizzo specifico, presentando una resistenza diversa. Però, se volessimo avere un riferimento puramente orientativo, potremmo dire che un pavimento in resina correttamente applicato in un ambiente interno ed esposto ad un livello medio di sollecitazioni potrebbe durare anche oltre i 15 anni. Parliamo, dunque, di una durata relativamente lunga se la paragoniamo con quella di altri materiali come ad esempio alcuni tipi di parquet. Un pavimento in resina, quindi, può essere una scelta consigliata per chi desidera un rivestimento durevole nel tempo. Tuttavia per garantire una lunga durata e il mantenimento delle caratteristiche fisiche ed estetiche sono necessari alcuni accorgimenti, come la corretta posa e la successiva manutenzione.
La corretta posa di un pavimento in resina per una lunga durata
La buona messa in opera di un pavimento in resina è uno degli elementi che ne determinerà maggiormente la resistenza e la durata. Installare una pavimentazione in resina prevede, infatti, determinate fasi che vanno rispettate ed eseguite con massima cura, senza trascurare alcun passaggio. Vediamo quali sono gli step fondamentali.
Innanzitutto è importante scegliere la resina giusta in base al tipo di ambiente da rivestire (domestico, sanitario, industriale). Una volta scelta la resina va preparato il fondo, ovvero il supporto su cui andrà stesa. Per una corretta posa, il sottofondo dovrà essere liscio, pulito e asciutto non solo da chiazze d’acqua o olio, ma anche da tracce di umidità. L’umidità è un fattore da valutare molto seriamente, perché ambienti umidi o sottofondi soggetti a umidità di risalita non permettono una buona posa delle resine. Il fondo, una volta pulito e perfettamente livellato è pronto per ospitare i vari strati che compongono il pavimento. Il numero e la tipologia degli strati dipenderanno anche questa volta dalla resina scelta e dalla destinazione d’uso e determinano lo spessore del pavimento.
Resina: un materiale resistente all'usura
La lunga durata di un pavimento in resina si deve al fatto che tale materiale è molto resistente all’usura. La vasta gamma di resine esistenti in commercio, infatti, permette di scegliere quelle più indicate in base agli stress a cui sarà sottoposto il pavimento.
Avremo così resine resistenti all’usura dovuta a sollecitazioni meccaniche (pensiamo ai pavimenti su cui transitano persone e macchinari), resine resistenti all’usura causata dall’azione di prodotti chimici, resine resistenti all’usura causata dagli agenti atmosferici e così via. Siamo, quindi, di fronte ad un materiale che garantisce un’ottima affidabilità in termini di durata, tuttavia è indispensabile individuare il tipo di resina giusto per essere certi di scegliere un rivestimento che riesca a rispondere positivamente a tutte le sollecitazioni cui sarà soggetto nel tempo. Per questo motivo è sempre consigliabile rivolgersi ad un esperto che saprà indicarvi la soluzione migliore.
Differenti gradi di resistenza all'impatto
Come abbiamo visto, quindi, resine differenti presentano gradi di resistenza differenti. Vediamo di seguito le resine più utilizzate e la relativa resistenza:
- resina epossidica: è una delle più comuni e presenta un’ottima resistenza agli sbalzi termici, agli stress meccanici ed è idrorepellente. La resina epossidica viene impiegata sia per il rivestimento di pavimentazioni sia per pareti e forme d’arredo;
- resina poliuretanica: oltre ad essere resistente agli stress meccanici, resiste bene anche all’azione dei raggi UV che farebbero ingiallire le altre resine. Per questo motivo è usata anche per pavimentazioni esterne;
- resina cementizia: è una miscela di cemento e resina ed ha un’elevata resistenza all'umidità e ai raggi UV;
- resina metacrilica: sopporta bene le operazioni di sanificazione e resiste alla formazione di muffe e batteri. Viene, perciò, usata in tutti i luoghi che richiedono alti standard igienici, come ospedali, cliniche e ambienti destinati alla conservazione dei cibi.
Una corretta manutenzione garantisce durabilità
La resistenza e la durabilità di un pavimento in resina dipendono moltissimo dalla manutenzione. Piccole e semplici operazioni periodiche, infatti, permettono di mantenere una pavimentazione in buono stato anche per molti anni. Innanzitutto è importante assicurarsi di pulire nel modo giusto e con frequenza il rivestimento scegliendo i detergenti giusti in base al tipo di resina. Nella maggior parte dei casi, comunque, basterà eliminare normalmente la polvere servendosi di una scopa (sia essa elettrica oppure no) e lavare la superficie con un prodotto neutro da diluire in acqua, servendosi di un panno morbido non abrasivo. La manutenzione, però, passa anche da un attento controllo del pavimento: nel caso in cui si dovesse notare la formazione di bolle d’aria, imperfezioni e piccole crepe bisognerà tempestivamente richiedere l’intervento di un esperto, per eliminare tali difformità che potrebbero estendersi e compromettere l’intero stato del rivestimento. Infine, per una manutenzione ottimale è importante scegliere anche un trattamento specifico per le resine, che funga da rivestimento e protezione in base al tipo di stress che dovrà subire il pavimento. I trattamenti anti-macchia e anti-urto sono i più comuni, ma ne esistono tanti altri in base ad esigenze specifiche. Anche in questo caso richiedere il parere di un professionista sarà la scelta giusta per garantire al proprio pavimento una buona resistenza e durata nel tempo.