Come sono fatti i pavimenti in resina?

Come sono fatti i pavimenti in resina

I pavimenti in resina, come suggerisce il loro nome, sono delle pavimentazioni ottenute grazie all’impiego di resine. Queste non sono resine presenti in natura, ma sono resine sintetiche (e cioè artificiali) che una volta preparate, vengono posate tramite colata sulle superfici che si intende rivestire, per dar vita ad una pavimentazione monolitica, cioè continua e priva di fughe e intercapedini che invece troviamo nelle classiche pavimentazioni realizzate con mattonelle o piastrelle di diverso materiale.
L’impiego della resina sintetica nel campo dell’edilizia e, in particolare, nelle pavimentazioni è piuttosto recente e risale alla fine degli anni ‘60: considerato all’epoca un materiale innovativo e usato soprattutto in ambito industriale, al giorno d’oggi rappresenta una valida e conveniente alternativa rispetto ai rivestimenti tradizionali e il suo utilizzo è sempre più frequente, anche grazie alla facilità di manutenzione e agli effetti estetici che possono essere realizzati. Ma, nello specifico, come sono fatti i pavimenti in resina? Per rispondere a questa domanda, è necessario sapere prima di tutto che cos’è la resina sintetica e in che modo si ottiene. Diversamente dalla resina naturale, quella sintetica o artificiale è realizzata attraverso processi chimici industriali di polimerizzazione che prevedono la miscelazione di derivati dal petrolio o dal carbon fossile. Si ottiene, così, una resina che risulta più resistente e stabile di quella che troviamo in natura, che presenta una consistenza densa e viscosa: una volta preparata per essere posata in opera (su una superficie accuratamente preparata), avrà inizio il processo di indurimento che potrà richiedere tempistiche diverse in base alla resina utilizzata. Una volta concluso questo processo il pavimento sarà pronto per essere a tutti gli effetti una superficie percorribile.

Come si presenta un pavimento in resina?

I pavimenti in resina oltre a differenziarsi tra loro per il tipo di materiale utilizzato si distinguono anche per lo spessore, questo infatti può cambiare a seconda della tipologia di rivestimento impiegato e a seconda del tipo di posa e di finitura. Le pavimentazioni in resina, soprattutto se utilizzate per ambienti interni, hanno in genere uno spessore minimo che parte dai 2 mm, ma ci sono pavimenti che possono raggiungere uno spessore molto più elevato: parliamo ad esempio dei pavimenti multistrato, che si ottengono con l’applicazione di più strati di resina (e per questo motivo presentano una resistenza a stress e urti molto elevata) o dei pavimenti in massetto epossidico, che presentano uno spessore che può raggiungere anche i 15 mm. Qualunque sia lo spessore e il tipo di posa, però, i pavimenti in resina si presenteranno sempre come superfici monolitiche, omogenee e continue. Precisato ciò, anche dal punto di vista estetico i pavimenti in resina sono molto diversi tra loro e, in molti casi, sono vere e proprie opere uniche, dal momento che possono presentare decorazioni, sfumature ed effetti cromatici realizzati ad hoc nel momento dell’applicazione e non replicabili in maniera identica. Molti pavimenti in resina sono lavorati in modo da “imitare” altri materiali come il marmo, la pietra, il cemento, mentre altri pavimenti hanno colorazioni o effetti particolari (uno di questi è l’effetto nuvolato o spatolato), altri ancora recano disegni e motivi decorativi garantendo un grande impatto visivo. Proprio per questa caratteristica, introvabile negli altri tipi di rivestimenti, la resina è sempre più apprezzata nel campo dell’interior design: poter scegliere, infatti, tonalità, texture, decorazioni e lucentezza è uno dei punti forti di questo materiale, unito anche alla sua resistenza e facilità di manutenzione.